Intervento dei precari molisani all'assemblea nazionale di Roma

Data pubblicazione: Jul 15, 2014 3:17:15 PM

Decine di lavoratrici e lavoratori della conoscenza si sono incontrati a Roma mercoledì 9 luglio presso l'aula “Sergio Musmeci” del Dipartimento di Architettura dell’Università di Roma Tre per confrontarsi sulla difficile situazione in cui si trovano scuola, università e ricerca pubblica, così come pure i settori della scuola non statale, della formazione professionale e di quella artistica e musicale. Le ultime riforme hanno trasformato la precarietà nella ricerca e nell'università.

La scuola pubblica riesce a sopravvivere grazie al lavoro di lavoratrici e lavoratori precari sui quali stanno per abbattersi ancora una volta tagli mascherati da riforme. Purtroppo è facile diffondere in modo demagogico l’idea di aumentare le ore di lavoro e tenere aperte le scuole fino a sera, con la doppia finalità di far lavorare i “fannulloni” e rendere al tempo stesso un servizio alle famiglie in nome dell’efficienza. L’orario a 36 ore è certamente una provocazione grottesca peggiorativa rispetto al vecchio tentativo dell’ex ministro Profumo di innalzare l’orario di cattedra a stipendio invariato, in violazione, ancora una volta, di un contratto non rinnovato, tra l’altro, da ben 7 anni.

Da quando la scuola è gestita prevalentemente dai ragionieri del MEF abbiamo classi sovraffollate, riduzione di ore di lezione, decurtazione del fondo di istituto e diminuzione del numero dei supplenti. Inoltre prossimamente sforbiciata di un anno di scuola superiore e spostamento delle supplenze superiori a carico dei docenti interni. A fronte di tutto si prosegue con una politica della formazione iniziale totalmente miope e senza alcuna programmazione di medio o lungo periodo ma anzi con percorsi formativi differenziati anche in termini di valutazione degli esiti con la conseguenza di rivalità tra gli stessi precari come nel caso degli abilitati TFA e PAS.

Nel corso dell’assemblea anche la delegazione di precari molisani ha portato il proprio contributo, rilevando le difficoltà nelle quali si trovano le scuole della regione con la riduzione del tempo scuola, degli organici e delle risorse e con i tagli di 1.600 posti di lavoro negli ultimi anni.

Occorre far ripartire la mobilitazione per sfidare il governo con una rivoluzione reale: sconfiggere la precarietà a cominciare da quella che affligge i luoghi della conoscenza e investire sulla scuola, sull'università, sull'alta formazione artistica e musicale, sulla ricerca pubblica e soprattutto su chi in quei luoghi lavora e studia, chiedendo prima di tutto più organico e stabilizzazione dei precari.

Nei prossimi giorni il Coordinamento dei precari del Molise, convocato per discutere delle decisioni assunte a Roma, definirà le forme di mobilitazione in regione.