GRANDE INTERESSE E PARTECIPAZIONE AL CORSO DI FORMAZIONE SU EDUCARE IN CONTESTI MULTULTURALI

Data pubblicazione: Feb 18, 2021 8:11:34 AM

Proseguono gli incontri di formazione per il personale scolastico promossi da Proteo Fare sapere e dalla FLC CGIL Abruzzo Molise. Mercoledì 17 febbraio il prof. Massimiliano Fiorucci, ordinario di pedagogia generale, interculturale e sociale e Direttore del Dipartimento di Scienze della formazione dell’Università Roma Tre ha tenuto un incontro sul tema: Educare in contesti multiculturali.

Si è trattato di una lezione particolarmente apprezzata dai quasi 200 corsisti in quanto il prof. Fiorucci, nel delineare gli scenari della società contemporanea in tema di migrazioni, ne ha tracciato le linee per uscire dai soliti luoghi comuni. Partendo dal presupposto che l’integrazione delle differenze e delle diversità nella scuola italiana è un importante cammino di crescita culturale e civile per arrivare ad una scuola che non discrimina e non esclude, ha richiamato due dimensioni pedagogiche determinanti: il clima scolastico (con atteggiamenti, valori, scelte degli allievi e le modalità di relazione tra i diversi soggetti; gli stili educativi degli insegnanti e le modalità con cui gestiscono le situazioni conflittuali.

Per fare questo occorre conscere i numeri. L’Italia, nel sistema migratorio internazionale ha una storia particolare, sono quasi 30 milioni gli espatriati dall’Unità ad oggi, oltre 60 milioni gli oriundi italiani nel mondo, e oltre 5 milioni i cittadini iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE). Inoltre oltre 9 milioni sono stati coinvolti da migrazioni interne interregionali, mentre sono 5 milioni gli stranieri residenti nel paese. Solo dal 1973 il saldo tra emigrati e residenti comincia ad essere positivo. E’ noto che dai tempi degli antichi romani l’Italia è stato un paese con articolazione plurilinguistica e multiculturale. Il colonialismo italiano – delle cui brutture si parla così poco- ha generato un etnocentrismo che sopravvive nello stereotipo del prima gli italiani.

Esiste, dunque, una narrazione tossica di questo fenomeno che si alimenta con slogan distanti anni luce da un’idea di conoscenza effettiva del passato per costruire un futuro secondo la cultura della convivenza. La stessa politica di fronte agli 860.000 studenti con cittadinanza non italiana (il 10% della popolazione scolastica di cui il 64% nato in Italia), non affronta il tema della loro integrazione, lasciandoli in un limbo che genera solo problemi. Nell’illustrare i risultati scolastici degli alunni stranieri il prof. Fiorucci riconoscendo l’impegno profuso dal sistema scolastico per garantire i diritti all’istruzione agli studenti stranieri, per favorire il loro inserimento, ha illustrato la necessità di abbandonare gli stereotipi etnocentristi, di promuovere una revisione critica dei saperi e dei relativi metodi, di modificare l’orientamento scolastico (“chi sceglie di non studiare, non ha scelto”).

Non c’è insegnamento senza apprendimento, pertanto occorre una riflessione critica sulle pratiche scolastiche. Educare non è trasferimento di conoscenze, significa, invece, intervenire sul mondo, con una visione della scuola e della società. Pertanto non occorrono discipline aggiuntive ma un cambiamento di saperi e di metodi anche rileggendo con gli occhi degli altri popoli, la nostra storia e quella del mondo.

Un ruolo importante è assegnato alla formazione partendo dal presupposto (come ricorda Bettini in Contro le radici) di abbandonare la metafora gerarchica dell’albero con le radici e lavorare con quella del fiume che scorre e che si alimenta continuamente nel sul percorso. In questa prospettiva il lavoro deve essere fatto per problemi con coordinamento, lavoro collegiale, non individualista e con cura della documentazione (interessante il materiale disponibile in www.creifos.org).

Alla relazione sono seguite domande e riflessioni che hanno posto in evidenza la volontà della scuola di lavorare in una prospettiva interculturale, apprezzando particolarmente le sollecitazioni poste dal prof. Fiorucci. I lavori sono stati chiusi da Miriam Del Biondo, segretaria FLC CGIL L’Aquila.