Referendum scuola: prosegue la raccolta delle firme in Molise
Data pubblicazione: May 30, 2016 9:13:17 AM
Il mondo della scuola ha contrastato con determinazione le linee “culturali” della legge 107, fino allo sciopero straordinario del 5 maggio 2015. Dal governo, tuttavia, si è deciso di proseguire ad oltranza, senza alcun confronto con i soggetti sociali e le organizzazioni sindacali.
Il Referendum si è imposto, dunque, non solo come utile strumento per abrogare norme sbagliate, ma anche per riaprire un dibattito pubblico sul futuro dell’ istruzione nel nostro paese, restituendo la parola a chi nelle scuole vive, ai cittadini, ai territori, alle famiglie, alle associazioni.
Ricordiamo che sono quattro i quesiti referendari che proponiamo:
1. Chiamata diretta dei docenti
Chiediamo che vengano aboliti il comma 18 e i commi da 79 a 83 in tutto o in parte, laddove si stabilisce la “chiamata diretta” dei docenti da parte del dirigente che snatura la caratteristica di comunità educante della scuola.
2. Comitato di valutazione
Chiediamo che vengano abrogati i relativi commi che minacciano il lavoro collegiale e introducono una competizione individuale senza regole contrattuali, prevedendo un altissimo grado di discrezionalità del dirigente scolastico nell’erogare il bonus per il merito, con il ripristino delle funzioni precedenti del comitato di valutazione secondo il T.U. 297/94.
3. Alternanza scuola lavoro
Chiediamo che vengano abrogate le parti del comma 33, che impongono, senza alcuna flessibilità, che gli studenti dei tecnici‐professionali e dei licei svolgano rispettivamente 400 e 200 ore in azienda. Una quota fissa che cancella ogni valenza educativa, perché stabilita al di fuori di qualunque progetto formativo deciso dalla scuola e mina l’autonomia delle istituzioni scolastica, riconosciuta dalla Costituzione.
4. Credito di imposta a chi finanzia una scuola pubblica o privata
Chiediamo, infine, l’abrogazione di alcune parti dei commi 145 e 148 che riguardano la concessione di un credito di imposta a chi finanzia una singola scuola pubblica o privata. Non riteniamo giusto che il credito d’imposta sia concesso anche a chi offre liberalità alle scuole private e non riteniamo giusto che si possa finanziare la singola scuola. Sarebbe giusto e opportuno che della generosità fruisca l’intero sistema delle scuole statali, per evitare che i finanziamenti aggiuntivi arrivino solo dove non ce n’è bisogno.
La FLC CGIL, insieme agli studenti, ad altre organizzazioni sindacali alle associazioni che fanno parte del comitato promotore, si impegna ad affrontare il percorso referendario per riportare la scuola al centro del dibattito politico di questo Paese. In queste settimane siamo stati nelle piazze, nelle scuole e tra i cittadini per discutere di quanto sia importante contrastare la deriva autoritaria messa in atto con la legge 107/15.
Nei banchetti per la raccolta delle firme, è emersa la determinazione di battersi, anche attraverso lo strumento referendario, per una scuola pubblica democratica, aperta e laica, in coerenza con i valori repubblicani e costituzionali.
Ancora altri 15 giorni per firmare presso gli uffici comunali in cui si risiede o nei banchetti allestiti dalla FLC CGIL Molise e dagli altri promotori dei referendum.
Un ultimo sforzo per rilanciare sul ruolo che la scuola deve avere per una offerta formativa di qualità ed crescita consapevole dei nostri studenti, al di fuori da logiche autoritarie ed antidemocratiche.