REFERENDUM SCUOLA: OLTRE 8500 MOLISANI HANNO FIRMATO, 34 MILA LE FIRME COMPLESSIVAMENTE RACCOLTE
Data pubblicazione: Jul 03, 2016 4:13:9 AM
E’ andata oltre ogni più rosea aspettativa la raccolta di firme operata della FLC CGIL Molise per chiedere un referendum abrogativo per cancellare gli aspetti più deleteri della Legge 107/2015. L'iniziativa, partita con l’obiettivo di raccogliere almeno 3500 firme nella nostra regione, ne ha viste raggiungere quasi il doppio.Più di 8500 mila sono stati i molisani hanno dato il loro contributo, per un totale di circa 34 mila firme raccolte complessivamente per i quattro quesiti referendari (dati definitivi compresi quelli raccolti nei comuni , circa 1000 e quelli raccolti dalla Gilda).
Ricordiamo che i punti della legge 107/2015 che si chiedeva di abrogare con il referendum sono quelli relativi al potere discrezionale dei dirigenti scolastici per la chiamata diretta e per l’attribuzione unilaterale di quote di salario ai docenti, al cosiddetto bonus scuola per le private (in palese contraddizione con quanto recita proprio la Costituzione) e all’obbligatorietà delle ore minime di alternanza scuola-lavoro. Sono quattro tra i punti sostanziali e centrali della legge, che non accettiamo e abbiamo denunciato come decisamente appiattita su un’ideologia del comando e della subalternità della scuola alle logiche economiche.
Un grande impulso alla raccolta delle firme, è venuto dalle numerose assemblee sui luoghi di lavoro, dai gazebo e dai banchetti per la raccolta delle firme allestiti in tutta la Regione. Ogni occasione è stata buona per raccogliere firme e parlare con i lavoratori, con i genitori, con gli studenti, per nulla soddisfatti di come stiano andando le cose nella scuola ad un anno dall’approvazione di questa sciagurata “riforma”. In ogni caso, più che la rassegnazione è emersa ladeterminazione di battersi, anche attraverso lo strumento referendario, per una scuola pubblica democratica, aperta e laica, in coerenza con i valori repubblicani e costituzionali.
Il mondo della scuola ha contrastato con determinazione le linee “culturali” della legge 107, fino allo sciopero straordinario del 5 maggio 2015. Dal governo, tuttavia, si è deciso di proseguire ad oltranza, senza alcun confronto con i soggetti sociali e le organizzazioni sindacali. La richiesta di Referendum si è imposta, dunque, non solo come utile strumento per abrogare norme sbagliate, ma anche per riaprire un dibattito pubblico sul futuro dell’ istruzione nel nostro paese, restituendo la parola a chi nelle scuole vive, ai cittadini, ai territori, alle famiglie, alle associazioni.
In questi mesi siamo stati nelle piazze, nelle scuole e tra i cittadini per discutere di quanto sia importante contrastare la deriva autoritaria messa in atto con la legge 107/15.
Il risultato conseguito in termini di firme ci conforta e ci sprona ad andare avanti.
Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato, i volontari, le RSU, gli studenti . Grazie ai lavoratori dei Comuni, agli autenticatori, a quanti si sono messi a disposizione per consentire di raggiungere questo straordinario risultato. Incrociamo le dita e aspettiamo il dato nazionale (occorrono 500 mila firme per arrivare al referendum, e l’obiettivo pare vicino). Noi in ogni caso andremo avanti, in difesa della scuola pubblica, per garantire ai nostri studenti una offerta formativa di qualità, al di fuori di logiche autoritarie ed antidemocratiche.