Presidio unitario a Campobasso ed incontro con il Prefetto

Data pubblicazione: May 20, 2015 4:27:13 AM

Nell’ambito del percorso unitario di iniziative concordate, le segreterie regionali della FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams, hanno organizzato oggi 19 maggio 2015, un’assemblea pubblica davanti alla prefettura di Campobasso, che ha visto l’approvazione di un documento da consegnare al Prefetto, in qualità di rappresentante del Governo, ed alla rappresentanza parlamentare molisana, in modo che possano riportare le considerazioni della scuola molisana sul DDL in discussione in Parlamento.La finanziaria del 2015, ha tagliato 2.020 unità di personale ATA (alcuni plessi rischiano di non poter essere aperti). I collaboratori scolastici assenti possono essere sostituiti solo dopo 7 giorni. Sono stati tagliati gli esoneri per i vicari, la riforma degli esami di stato si fa per risparmiare sulla pelle dei commissari, i quali non saranno più pagati. Si è lontani dal recuperare i tagli dei precedenti governi. Il Documento di Economia e Finanza prevede un’ulteriore riduzione delle spese in istruzione per i prossimi anni, nonostante l'Italia sia già agli ultimi posti fra i paesi OCSE come percentuale rispetto al PIL.

Il Governo dice che c’è una politica di ascolto, ma chi davvero vuole dialogare non mantiene un comportamento sprezzante nei confronti dei lavoratori che hanno scioperato e delle organizzazioni che li rappresentano. Le Organizzazioni sindacali non boicottano, ma fanno proposte, che hanno il sostegno e il consenso del mondo della scuola e chiedono di cambiare radicalmente il disegno di legge della brutta scuola e di rinnovare il contratto nazionale. Più di 400.000 docenti, Ata e dirigenti hanno firmato una petizione per rivendicare il rinnovo del contratto.

Nel DDL si impone un modello tutto incentrato solo sulla figura del dirigente che “individuerà” i docenti da un ambito territoriale sulla base di “autocandidature” e criteri vaghi e poco trasparenti. Quale d.s. chiamerà mai una docente in maternità, un docente genitore di un bambino disabile o magari con idee diverse dalle sue. Altro che merito e competenza!

Sui precari occorre rispondere alla sentenza della Corte di giustizia europea che ha condannato l'Italia per un uso smisurato e non giustificato dei contratti a tempo determinato. Prima bisogna stabilizzare tutti gli aventi diritto, attraverso un piano pluriennale di immissioni in ruolo che dia risposte anche ai precari di seconda e terza fascia, e poi è possibile partire con concorsi, a scadenza regolare. Nel testo invece, non solo non ci sono risposte alle nostre richieste, ma continua ad essere presente la norma in base alla quale dopo 3 anni di lavoro, se non si entra di ruolo si viene espulsi dalla scuola. Un modo davvero singolare di aggirare la sentenza della Corte europea: oltre il danno, la beffa!

Venendo alla presunta valorizzazione del merito, i 200 milioni stanziati potranno riguardare solo il 5% dei docenti, sono meno di un terzo di quanto già si dava con il Fondo di istituto ai docenti più impegnati (ben 700 milioni sono stati sottratti al fondo di istituto) e creeranno solo divisioni e un clima negativo fra i docenti. Essi saranno comunque attribuiti sempre dal dirigente scolastico, sulla base di criteri individuati da un presunto “comitato di valutazione” in cui entrano studenti e genitori. Nulla si dice, invece, sulla mancanza di un contratto di lavoro da ben 6 anni e sulla perdita di oltre 6 mila euro in potere d'acquisto dei salari.

Si mortifica l’autonomia che è, soprattutto, libertà di insegnamento. L’art. 2 del regolamento sull’autonomia è chiarissimo, basta applicarlo. L’autonomia non si sviluppa caricando sui DS oneri e responsabilità: si sviluppa dando organico e risorse alle scuole dall’inizio dell’anno, liberandole dalle molestie burocratiche, rispettando il personale ATA. Autonomia non può significare trasformare le scuole in aziende e tantomeno piegare l'istruzione al mercato e alle imprese.

Le scuole non possono funzionare se si mantengono con il “contributo volontario" delle famiglie, con le “sponsorizzazioni” e con il “5 per mille”. Tali disposizioni, se non vengono modificate, rischiano di portare ulteriori discriminazioni del nostro territorio rispetto ai contesti nazionali economicamente più forti. Chi volete che sponsorizzi le nostre scuole se le aziende chiudono e i lavoratori quando tutto va bene sono in cassa integrazione? Che 5 per mille potranno dare i contribuenti molisani alle loro scuole?

Per tutte queste ragioni, le OO.SS, della scuola molisana chiedono alle SS.LL, ciascuno secondo le proprie competenze, di rappresentare, nell’ambito del dibattito sull’approvazione del DDL le seguenti criticità:

  • l'urgenza di un piano di assunzioni per migliorare l’offerta formativa e per soddisfare anche le legittime aspettative di migliaia di precari esclusi dai piani di stabilizzazione. E’ necessario che si faccia un decreto legge per garantire le assunzioni dal 1° settembre e occorre predisporre un piano pluriennale che interessi il personale docente ed il personale ATA, completamente escluso dalle stabilizzazioni, pur avendo maturato il diritto;

  • la salvaguardia delle prerogative contrattuali su materie che investono aspetti normativi e retributivi del rapporto di lavoro, come l'assegnazione di sede, la mobilità, la retribuzione accessoria e la progressione di carriera;

  • la necessità di un ascolto reale e non virtuale, di tutti i soggetti interessati dalla riforma, perché la scuola è un diritto costituzionale e non può essere solo prerogativa di chi sta al governo;

  • un’attenzione particolare per le scuole nelle aree disagiate e montane della regione, soggette a spopolamento e che hanno bisogno di interventi specifici ed aggiuntivi e non di ulteriori discriminazioni.

Se non ci saranno risposte concrete a questi problemi posti in maniera seria e responsabile, i sindacati della scuola, annunciano che proseguiranno con ulteriori azioni di mobilitazione e lotta.