Osservazioni FLC CGIL Molise sulla Proposta della provincia di Campobasso di piano di Dimensionamento scolastico

Data pubblicazione: Oct 22, 2018 6:41:44 AM

La FLC CGIL Molise, vista la proposta di piano di dimensionamento scolastico provinciale illustrata nell’incontro convocato con le OO.SS della scuola in data 19 ottobre 2018, pur condividendo la volontà di affrontare finalmente un problema che questa Organizzazione Sindacale ha sollevato più volte, come dimostrano i comunicati ufficiali e gli appelli rivolti alle istituzioni politiche regionali ed al Presidente della Giunta fin dal suo insediamento, non può fare a meno di rilevare le criticità di metodo e di merito insite in tale documento. Sul metodo, ancora una volta si arriva a discutere di una problematica nota (il dimensionamento scolastico in Molise è fermo al 2016) in tempi che non consentiranno una vera interlocuzione con le parti sociali, il personale scolastico e tutti coloro che sono interessati al tema. La FLC CGIL Molise aveva chiesto in tempi non sospetti la convocazione di una Cabina di Regia sul dimensionamento scolastico, che avrebbe dovuto precedere le stesse Linee guida Regionali, con la presenza di tutti i soggetti istituzionali. La presenza di aree interne, di scuole site in territori montani e difficilmente raggiungibili, renderebbe necessaria un’attenzione specifica al territorio da parte dei nostri rappresentanti politici nazionali e regionali, senza limitarsi a fare mere operazioni ragionieristiche, che comportano la semplice applicazione di direttive ministeriali. Ciò avrebbe dovuto significare, per chi ci amministra, battersi per ottenere, nelle sedi competenti, un riconoscimento delle nostre specificità territoriali. Più volte si è parlato di aree interne, di progetti volti a riconoscere le specificità del territorio, ma poi, quando si è trattato di numeri, siamo rimasti vincolati ai parametri nazionali, che ci penalizzano. Contestualmente al piano di dimensionamento avrebbe dovuto aprirsi una discussione regionale sul piano dei trasporti, sull’edilizia scolastica, sull’offerta formativa territoriale, sul raccordo con l’ITS e con l’IFTS, sul riordino della formazione professionale. 2 Nel merito, la FLC CGIL ribadisce la propria contrarietà ad affrontare una tematica complessa, come quella del dimensionamento scolastico, senza una idea di fondo su come disegnare complessivamente il sistema scolastico e l’offerta formativa regionale. In ogni caso, occorre rilevare come lo stesso “documento istruttorio” allegato alle Linee guida per l’organizzazione della rete scolastica, deliberate dalla Giunta Regionale del Molise del 06.08.2018, ribadisce la validità dei principi generali stabiliti della delibera del Consiglio regionale del Molise n 251 del 17 dicembre 2013. Ebbene, tali principi prevedevano, tra l’altro: 1) La riduzione al minimo degli Omnicomprensivi, da mantenere solo “in casi eccezionali, motivati e condivisi, tenuto conto che un’adeguata offerta formativa delle scuole superiori suggerisce di superare la logica dei confini comunali”; 2) L’aggregazione degli Istituti secondari di secondo grado “prioritariamente tra istituti della medesima tipologia, orientandosi alla costruzione di poli formativi omogenei”; 3) La riduzione e, possibilmente “eliminazione della permanenza di pluriclassi nelle scuole primarie e secondarie di primo grado (…)”; 4) Una aggregazione delle Istituzioni scolastiche composte in più comuni che “tenesse conto dei servizi comuni che le amministrazioni stiano eventualmente erogando in forma consorziata”; 5) La verifica delle condizioni per realizzare la verticalizzazione delle Istituzioni scolastiche del 1° ciclo in Istituti Comprensivi. La proposta di piano di dimensionamento provinciale, invece per quanto più volte li richiami nelle premesse, non sembra rispettare tali principi generali. Infatti: 1) Si prevede il mantenimento degli attuali Istituti Omnicomprensivi (Trivento, Riccia, Guglionesi, Santa Croce di Magliano, Casacalenda, Montenero di Bisaccia), con l’ulteriore creazione di altri due Istituti di questo tipo, a Larino e Campomarino. E’ appena il caso di ricordare che per ragioni organizzative, didattiche e pedagogiche, la normativa attuale prevede la possibilità di Istituti Omnicomprensivi solo in via residuale, non essendo prevista per essi nemmeno l'elezione del Consiglio d'Istituto (ma di un Commissario straordinario). Tra le soluzioni adottate, in ogni caso, si evidenzia come in un caso (I.O di Montenero di Bisaccia) il limitato numero di alunni previsto (circa 3 573) farebbe nascere la scuola già sottodimensionata, quindi con l’impossibilità di avere in essa un Dirigente scolastico ed un Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi titolare; 2) Non sono previste aggregazioni di Istituti di Istruzione Secondaria di Secondo Grado in “poli formativi omogenei”, con il risultato di mantenere ancora, ad esempio, un I.I.S. che tiene insieme, inspiegabilmente e senza alcuna motivazione organizzativa, didattica o pedagogica, un Liceo Artistico con un Istituto Tecnico settore Tecnologico (è il caso dell’IIS “Majorana” di Termoli). La creazione di poli scolastici (Tecnico, Professionale, Liceale), invece, consentirebbe di migliorare l’offerta didattica formativa, consentendo la condivisione di laboratori, strutture e spazi, la possibilità di effettuare passarelle da un percorso all’altro e l’eliminazione degli istituti omnicomprensivi; 3) Sempre per l’Istruzione Secondaria di Secondo grado, si rinvia agli anni successivi il riordino degli indirizzi, ad eccezione della proposta dell’istituzione di un Liceo Sportivo a Campobasso (senza l’indicazione della sede) e della trasformazione dell’IPA di Campobasso in Istituto Tecnico. Il risultato, pertanto, sarà il permanere della duplicazioni di indirizzi (ad esempio, due Licei linguistici e due Licei Scientifici a Campobasso, due Licei delle Scienze Applicate a Termoli); 4) L’aggregazione delle Istituzioni scolastiche previste in più comuni sembra rispondere in molti casi più a esigenze meramente numeriche, volte alla necessità di mantenere la Dirigenza, che alla presenza di una volontà condivisa di porre in essere servizi comuni (rete di trasporti, condivisione di strutture etc.); 5) La verticalizzazione prevista per gli I.C di Termoli, inoltre, pur rispondendo ad un principio in astratto condivisibile, viene attuata in concreto senza tener conto della dislocazione territoriale dei plessi e della distribuzione della popolazione scolastica sul territorio. L’80/90% degli alunni delle scuole primarie di via Stati Uniti e via Po, ad esempio, ad oggi confluiscono sulla Scuola Secondaria di I Grado Brigida, che invece in questa riorganizzazione si vedrebbe attribuire la sola scuola primaria di via Maratona , con un certo esito di sovrannumerarietà per il personale. Il fatto che vengano accorpate scuole “numericamente importanti” con altre che lo sono meno (es. I grado Brigida 526 alunni con primaria Maratona 154, oppure primo grado Schweitzer di 179 alunni con primaria via Stati Uniti con 450) fa 4 pensare che tutta questa manovra serva esclusivamente a raggiungere i numeri utili a creare quattro Istituti Comprensivi. Tutta l’operazione, in definitiva, dà l’impressione di essere stata vissuta come una mera riorganizzazione numerica, che si riduce ad un atto amministrativo fatto senza una visione d’insieme. Non è possibile procedere in questo modo: quella del dimensionamento scolastico è una problematica complessa, che deve essere affrontata in un’ottica ampia, con il coinvolgimento delle OO.SS, del personale della scuola e con attenzione alla rete dei trasporti e all’edilizia scolastica. I principi generali, inoltre, una volta individuati, vanno attuati sempre ed in ogni caso, per perseguire scelte che devono mettere al centro il territorio e l’utenza, non un semplice numero da raggiungere. Discutere di dimensionamento scolastico con queste premesse e in queste condizioni, ci sembra un pessimo modo per affrontare questioni che, invece, andrebbero poste al centro del dibattito politico regionale.