Legge regionale sul sistema educativo integrato: si rischia una scatola vuota
Data pubblicazione: Apr 15, 2015 6:11:13 AM
RESTA APERTA, INTANTO, LA VERTENZA DEGLI OPERATORI DELLA FORMAZIONE
Il 2 aprile 2015, si è tenuta una ulteriore riunione della Cabina di regia regionale sul progetto di legge di Istruzione e formazione professionale. In tale circostanza, ci è stata sottoposta una ulteriore bozza di legge, che, pur accogliendo alcune nostre richieste, risulta ancora carente sotto diversi punti di vista. Nel nostro intervento, e nelle successive osservazioni presentate, abbiamo, pertanto, rimarcato:
1) L'eccessiva ridondanza del progetto di legge, che risulta troppo lungo ed articolato. Occorreva un dispositivo in larga parte "di principi", in modo da poter essere successivamente adattato al contesto regionale, evitando il rischio che la legge venga superata dalla normativa nazionale, in continua evoluzione. Sono ancora presenti, inoltre, alcuni organismi che rischiano di essere pletorici, data la probabile mancanza di risorse necessarie per farli funzionare. In sostanza, occorre evitare che il sistema in costruzione si riveli una scatola vuota, una semplice impalcatura teorica destinata a restare sulla carta.
2) Restano dubbi sull’effettivo ruolo destinato alle parti sociali. Come abbiamo già evidenziato, pur ritenendo apprezzabile l’intenzione della Regione di utilizzare il metodo della concertazione, il permanere di numerosi organismi (Cabina di regia, Conferenza Regionale, e ben 4 e separate consulte), dei quali continuano a non essere ben delineati e delimitati i compiti, rende assai difficile il realizzarsi di tale processo. Avevamo suggerito di ribaltare la logica. La legge doveva definire gli ambiti in cui il confronto partenariale è obbligatorio, prevedendo che tale coinvolgimento avvenisse nelle fasi di preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione degli interventi. In mancanza delle modifiche richieste, pertanto, riteniamo che la “concertazione quale strumento strategico per il governo del sistema formativo regionale”, così come pure previsto dal testo presentato, rischia di essere solo una pura affermazione di principio. Una scatola vuota, appunto.
Quanto poi ai temi specifici relativi alla Istruzione ed alla Formazione Professionale, abbiamo evidenziato come:
1) nel testo è stato eliminato, come richiesto dalla FLC CGIL Molise, l’articolo in cui si prevedeva l’abrogazione dell’Albo degli operatori della formazione. Pur accogliendo con favore la modifica, riteniamo opportuno, in ogni caso, un richiamo nella legge alla vigenza dell'Albo, per rendere esplicita tale volontà politica. Continuiamo a ritenere necessario, inoltre, un impegno formale da parte della Regione alla valorizzazione della professionalità e dell’esperienza dagli Operatori della formazione professionale iscritti all’albo e degli operatori di supporto;
2) è necessario prevedere, ai fini dell’accreditamento, l’obbligo per gli Enti di applicare il CCNL della Formazione Professionale (e non quello del “personale addetto ai servizi”, come stabilito dal testo che ci è stato sottoposto);
3) la modalità dei voucher, per la FLC CGIL, è inaccettabile nell'ambito del sistema educativo. Questa parte dovrebbe essere modificata nel senso di privilegiare il sostegno diretto alle strutture ed ai servizi soprattutto a titolarità pubblica, rispetto a buoni e servizi a domanda individuale. In tal senso, occorre evidenziare come le esperienze fatte in altre regioni hanno reso manifesto come il meccanismo dei voucher possa funzionare essenzialmente per destinatari che hanno requisiti socio - culturali adeguati a effettuare scelte consapevoli (ad esempio nei percorsi di “alta formazione”), mentre rischiano di restare escluse da una "scelta" cosciente le fasce di utenza più deboli e marginali. Si potrebbero, inoltre, incrementare fenomeni di “intermediazione” parallela ed illegittima, che con la scusa della concorrenza, andrebbero a finanziare pratiche e soggetti poco trasparenti. In ogni caso, sarebbe necessario creare prima una adeguata rete di supporto nelle scelte, in modo da poter orientare in maniera opportuna soprattutto i soggetti più deboli.
Infine, resta ancora irrisolta la vertenza degli Operatori della formazione professionale. A distanza di mesi, la Regione ancora non da piena attuazione agli impegni formalmente assunti con le OO.SS in seguito all’incontro del 23 dicembre 2014. Un primo segnale si intravede nello stanziamento di risorse ai fini del c.d “accompagnamento alla fuoriuscita” degli Operatori della formazione iscritti all’albo, inserito all’art.5 del Progetto di Legge di stabilità 2015 approvato dalla Giunta regionale con DGR 158 dell’8 aprile 2015, ma restano ancora da definire tempi e modalità. Permangono incertezze, invece circa la partenza del c.d “progetto ponte”, volto a dare risposte e prospettive, nell’immediato, ai 90 lavoratori che da ottobre 2014, nonostante ripetuti tavoli e diverse promesse, sono disoccupati. Ricordiamo che per 70 di questi la cassa integrazione scade a maggio 2015, ed a causa di inspiegabili ritardi, su cui continua uno stucchevole scaricabarile della stessa struttura regionale, ancora non viene liquidato lo stipendio di settembre 2014.
In Molise, lo chiediamo da anni, il sistema di Istruzione e formazione professionale ha bisogno di una buona legge regionale, i cui principi ispiratori devono rifarsi, visto anche il notevole ritardo accumulato, alle esperienze più avanzate esistenti nel territorio nazionale. Resteremo vigili affinché non si facciano operazioni avventate e non si riduca il tutto ad una semplice operazione di facciata. Riteniamo necessario che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, evitando il gioco dell’attribuire sempre ad altri le colpe per la situazione esistente.