In Molise 4 Ambiti Scolastici Territoriali. Le incongruenze della legge 107 continuano a manifestarsi

Data pubblicazione: Feb 04, 2016 5:32:25 AM

Da tempo stiamo sostenendo che la Legge 107/2015, oltre ad essere fortemente connotata da autoritarismo e incostituzionalità, ha in se evidenti criticità, rafforzate dal fatto che chi ha scritto il testo poco o niente conosce della realtà scolastica italiana.

Il segno evidente di tanta “approssimazione normativa” è insito nella procedura che sta portando all’attivazione degli Ambiti Territoriali, una delle novità più pericolose introdotte dall’ultima “riforma”.

Ricordiamo che la Legge 107/15 prevede che a partire dal 2016/17 gli insegnanti avranno la loro titolarità proprio sugli Ambiti (e non sulle scuole). Tali Ambiti devono essere istituiti “entro il 30 giugno” (ma la mobilità degli insegnanti di regola avviene a marzo…) sentite le regioni e gli enti locali, e devono avere una dimensione sub provinciale.

Per definire meglio la composizione degli Ambiti, il MIUR ha emanato ulteriori istruzioni agli Uffici Scolastici Regionali, prevedendo che gli stessi non possano essere costituiti con scuole di diversa provincia o regione, che le scuole dovranno far parte di un ambito territoriale nella loro interezza, e che gli Ambiti dovranno avere un numero di alunni “non inferiore a 22.000 e non superiore a 40.000”.

Un vero e proprio ginepraio di regole, nell’ambito del quale (non avevamo dubbi…) si sono dimenticati delle specificità del Molise!

Come è possibile conciliare le necessità di ambiti “necessariamente sub provinciali” con l’esiguità dei numeri della nostra regione, in cui in tutta la provincia di Isernia si contano 10.416 alunni mentre in quella di Campobasso 31.152?

La soluzione trovata, in perfetta continuità con il passato, è stata individuata nella solita “deroga”. L’U.S.R Molise, infatti, nell’incontro tenutosi ieri con i sindaci, le province e la regione (rappresentata dalla “struttura”, non essendoci oggi in carica un assessore al ramo….) ha presentato una proposta con 4 ambiti territoriali (si veda l’allegato).

La FLC CGIL, intervenuta all’incontro per ricevere l’informativa, preliminarmente ha ribadito la netta contrarietà all’attivazione degli ambiti territoriali, in quanto strettamente connessi alla chiamata diretta dei docenti. Riteniamo che sia necessario regolare l’assegnazione dei docenti alle singole scuole attraverso una procedura oggettiva, trasparente e per titoli, e per questo ci stiamo battendo in tutte le sedi. Nel merito, abbiamo evidenziato le criticità che la suddivisione paventata può portare per la scuola molisana. In particolare, si è sottolineata la “marginalità” in cui rischiano di essere relegate alcune realtà territoriali. Si pensi all’ambito territoriale di Agnone: esso andrebbe a coincidere in tutto con 3 istituzioni scolastiche, un Istituto Omnicomprensivo (con tre indirizzi di scuola superiore) e due istituti comprensivi siti nei comuni di Frosolone e Carovilli, per un totale di 2222 alunni. In queste scuole, attualmente, viste le dimensioni molto ridotte, ci sono diversi docenti con cattedra “esterna” (che completano cioè in altri comuni) e molti docenti pendolari, provenienti da tutta la provincia ed anche da fuori regione.

Risultano chiare le problematiche che l’istituzione di un ambito così ridotto potrebbe determinare: difficoltà di composizione delle cattedre (vista l’impossibilità di articolarle tra scuole di ambiti territoriali diversi), residualità di trasferimenti (con possibile carenza di domande) e conseguente mancata stabilità degli organici. Le criticità riportate dalla FLC CGIL sono state riprese da molti interventi degli amministratori locali presenti, che hanno chiesto risorse certe e fatti concreti per far venir meno i disagi delle aree interne. L’amministrazione si è impegnata a rappresentare le criticità emerse al MIUR, ed a chiedere organici congrui a limitare gli eventuali disagi che questa situazione potrebbe determinare.

Vedremo se gli impegni presi saranno mantenuti, ma resta un problema politico di fondo. Questa regione risulta tuttora priva di una vera programmazione dell’offerta formativa regionale: non si è approvato il piano di dimensionamento scolastico, la nuova legge regionale sul sistema d’istruzione è rimasta nelle intenzioni del legislatore, l’edilizia scolastica è deficitaria ed il piano dei trasporti non si integra con le esigenze dell’utenza. Si continua a navigare a vista, nella perenne rincorsa degli eventi e delle emergenze. In tal senso la vicenda degli ambiti territoriali rappresenta solo l’ultima tessera di un mosaico infinito. L’anno prossimo è probabile che con il nuovo dimensionamento si dovrà necessariamente rivedere il tutto, mentre studenti, genitori r lavoratori della scuola continueranno a scontare sulla loro pelle i ritardi e l’incapacità di una classe politica che sta portando questa regione verso un inesorabile declino.