DIDATTICA IN ASL ED USO ATTENTO DELLE RISORSE. EVITARE SFRUTTAMENTO O PERDITA DI TEMPO
Data pubblicazione: Nov 17, 2017 1:44:47 PM
Il seminario che si è tenuto a Campobasso il 16 novembre u.s., che ha visto l’attenta partecipazione di numerosi docenti, studenti, operatori del settore, dirigenti scolastici, ha coniugato i temi della tutela e della rappresentanza con quelli della professionalità. Si è trattato di un interessante momento di confronto su argomenti avvertiti dal mondo della scuola come importanti e di particolare interesse.
A distanza di due anni dalla Legge 107/2015, l’alternanza scuola lavoro, riguarda 1 milione e mezzo di studenti della secondaria di II grado. Per il Molise sono coinvolti oltre ottomila studenti.
Numeri di rilievo in una realtà, come quella regionale, in cui le aziende in grado di accogliere e fare una vera formazione non sono molte. Le rigide prescrizioni normative, unite alla debolezza del sistema produttivo ed istituzionale, hanno fatto emergere diverse criticità, purtroppo non compensate da alcune esperienze positive. Si assiste, infatti: allo stravolgimento del ruolo e delle finalità dell’alternanza (che dovrebbe essere una metodologia didattica, quindi inserita nel curricolo dello studente e nella programmazione della scuola); all’istituzionalizzazione dei percorsi estivi o durante i periodi di sospensione delle attività didattiche; a gite scolastiche spacciate come percorsi di alternanza scuola lavoro; a studenti che sostituiscono la manodopera.
Nell’incontro ha introdotto i lavori Pino La Fratta, segretario regionale della FLC CGIL che ha ribadito non la critica in se dell’alternanza, ma la quantificazione rigida dell’orario obbligatorio a prescindere da contesto di apprendimento (200 ore per i ragazzi dei Licei e 400 ore per quelli dei Tecnici e Professionali).
Gigi Caramia, segretario nazionale della FLC CGIL, ha approfondito il tema delle risorse dei PON, di quelle per l’alternanza e ed ha messo in evidenza le rilevanti criticità presenti in un sistema fortemente rigido che, invece, avrebbe bisogno di interventi che tengano conto delle realtà territoriali e non di provvedimenti caduti dall’alto.
Sergio Sorella, presidente nazionale dell’Associazione Proteo Fare Sapere, ha affrontato il tema della didattica in alternanza, della necessità di farla rientrare in percorsi disciplinari capaci di arricchire il curriculo, soffermandosi sulla progettazione collegiale e fornendo suggerimenti utili anche da un punto di vista operativo.
Sono poi intervenuti studenti, dirigenti scolastici che hanno messo in rilievo alcune buone pratiche legate a modalità riferibili a quella che viene comunemente chiamata: istruzione integrata. E’ stata ribadita la necessità di dotarsi di strumenti idonei a stabilire i diritti ed i doveri nei percorsi di alternanza, quali lo statuto degli studenti e delle studentesse in ASL.
Dunque, l’Alternanza scuola lavoro, se ben organizzata come pratica didattica, potrebbe essere occasione di crescita personale dei ragazzi, del sistema scolastico e di proficua relazione con il mondo esterno e con quello delle imprese. A condizione però che in primo piano vi sia sempre la formazione dei giovani, l’elevamento dei livelli d’istruzione e del sistema scolastico. Se essa è declinata come adempimento obbligatorio, da fare comunque ed in qualsiasi posto, diventa perdita di tempo e, peggio ancora, manodopera sfruttata e non retribuita.