MENTRE IN MOLISE CONTINUANO A DIMINUIRE GLI ALUNNI, PROSEGUE LA MELINA SUL DIMESIONAMENTO SCOLASTICO

Data pubblicazione: Dec 11, 2015 8:46:35 AM

La Provincia di Campobasso, in questi giorni, ha formalizzato una sua decisione: non ci sono le condizioni per fare, entro il 31 dicembre, proposte relative al dimensionamento delle istituzioni scolastiche, pertanto ha deciso di rinviare il tutto a nuova data ed intanto ha formalizzato la costituzione di una commissione che dovrebbe affrontare (con calma,,,) le problematiche riguardanti la questione.

L’assessore regionale all’istruzione, evidentemente piccato, ha ricordato che nell’ottobre del 2015 la Giunta Regionale ha emanato le linee guida sul Dimensionamento Scolastico 2016-2019. Su questa base, nella prima proposta elaborata dalla Provincia (a questo punto superata) erano previste 51 Dirigenze Scolastiche rispetto alle 54 attuali ma, pur prefigurando la costituzione di (alcuni) poli nelle istituzioni di secondo grado, venivano mantenuti gli istituti Omnicomprensivi, non si faceva una scelta sugli indirizzi nelle scuole superiori, si sovrapponevano le specializzazioni nel territorio, si salvaguardavano istituzioni più per scelte politiche che per organizzazione razionale dell’offerta formativa territoriale.

Tutto questo accade mentre continua drammaticamente a diminuire il numero degli alunni in regione, ormai siamo a 41.000 studenti (quasi mille in meno rispetto allo scorso anno) e si prosegue nella scellerata logica di voler mantenere presidi scolastici dappertutto, che determina la presenza di pluriclassi, una eccessiva frammentazione dell’offerta formativa e la conseguenziale gestione irrazionale delle esigue risorse trasferite dallo Stato agli enti locali.

Mancando ragionamenti che guardano alla prospettiva, il dibattito sul dimensionamento si è trasformato nella solita disputa di campanile, in cui si discute sul “dove deve stare la dirigenza scolastica” piuttosto che sui servizi che gli enti locali dovrebbero garantire per far funzionare le scuole nel miglior modo, attraverso scelte efficienti sul versante dei trasporti, delle mense, della sicurezza degli edifici scolastici.

In tale ambito, l’Assessore all’istruzione ha trovato il modo di intervenire per ricordarci che “il miglior investimento per il futuro è quello sulla scuola” (bontà sua), aggiungendo che l’approvazione del nuovo piano di dimensionamento scolastico consentirebbe di “ottemperare agli obblighi sanciti nella legge 107/2015 sulla Buona Scuola con particolare riferimento alle azioni di Alternanza Scuola-Lavoro per 400 ore sugli indirizzi tecnico e professionale, e di 200 ore per l’indirizzo liceale”.

Un ragionamento alquanto ardito: il dimensionamento scolastico c’entra poco o niente con l’alternanza scuola lavoro, prevista dalla legge 107/15. Piuttosto, ci saremmo aspettati che l’Assessore all’istruzione, che è anche Assessore al lavoro, data anche la pregressa significativa esperienza sindacale, si fosse espresso sul tema, chiarendoci che tipo di “alternanza” si può prefigurare in Molise, vista l’endemica penuria di aziende. A che punto è la situazione? E’ stata attivata una interlocuzione con le Scuole e con l’USR sul tema? Mistero. Allo stato c’è molta confusione, mentre sono evidenti i rischi di esperienze di alternanza dequalificate con imprese prive di capacità formativa, oppure di finzioni per assolvere solo formalmente all’obbligo o, peggio, di avere manodopera disponibile senza retribuzione.

Ma tant’è! Nella vita, come ricorda un vecchio detto, si nasce incendiari e si muore pompieri!

La FLC CGIL Molise di fronte a questi balletti inconcludenti tra istituzioni, ribadisce la propria contrarietà a questi metodi e continua a denunciare in tutti i luoghi un modo di procedere che contribuisce a non dare risposte agli studenti molisani che hanno diritto ad una scuola pubblica di qualità.