LUNEDI’ RIPARTE LA SCUOLA IN MOLISE, TRA PROBLEMI IRRISOLTI E VANE ASPETTATIVE

Data pubblicazione: Sep 13, 2019 2:50:26 PM

L’inizio delle lezioni, nella nostra regione come in tutto il paese, rappresenta una occasione per riflettere sulle criticità e sulle prospettive del nostro sistema scolastico. Tutti sono concordi nell’affermare che la scuola è alla base della società: palestra di vita, di integrazione, di crescita personale e sociale.

Eppure, a livello nazionale si continua a investire poco nel settore (secondo l'Ocse abbiamo un gap dell'1% di PIL investito rispetto ai valori medi europei), mentre a livello regionale la discussione sul sistema d’istruzione è del tutto assente.

L’unico atto rilevante compiuto dal Consiglio regionale nell’ultimo anno è stata l’approvazione del piano di dimensionamento scolastico, avvenuta peraltro senza alcun confronto con le parti sociali. Tale provvedimento, come temevamo, si è rivelato una mera riorganizzazione numerica, un atto amministrativo fatto senza una visione d’insieme, che non affronta le attuali criticità del sistema (pluriclassi, duplicazioni di indirizzi nelle scuole secondarie di II grado, mancanza di Poli , presenza di un numero abnorme di Omnicomprensivi).

Dopo l’approvazione del Piano, viste le evidenti lacune dello stesso, il Consiglio Regionale aveva approvato una mozione che impegnava il Presidente della Regione e l’Assessore al ramo a promuovere l’attivazione di una “cabina di regia”, che vedesse la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali preposti, in modo da condividere nuove soluzioni che affrontassero le criticità presenti, ma ad oggi tutto tace.

Intanto, i nostri dati, completati dopo aver presidiato a tutte le operazioni di inizio anno, testimoniano come il sistema scolastico di questa regione si stia progressivamente impoverendo.

Nell’a.s 2019/20 perderemo 908 alunni (787 in Provincia di Campobasso e 121 in provincia di Isernia), e ciò porterà la popolazione studentesca a 37.109 studenti. Si tratta della percentuale di decremento più alta d’Italia: se solo pensiamo che nel 2006 in Molise c’erano 47.335 studenti, ci rendiamo conto delle dimensioni del fenomeno, sul quale la politica regionale dovrebbe interrogarsi.

Il Molise, inoltre, resta la regione con la percentuale più bassa di classi in cui è attivato il tempo pieno (5,73% a fronte di una media nazionale del 34%). Una situazione dovuta ad organici insufficienti, ma anche alla mancata predisposizione da parte degli Enti locali dei servizi necessari (trasporti, mense scolastiche, locali adeguati etc.)

Prosegue, intanto, il taglio degli organici del personale docente ed ATA. Nel 2019/20 nelle nostre scuole avremo in organico complessivamente circa 6300 lavoratori, tra cui 4900 docenti (di cui quasi 900 di sostegno) e 1400 ATA. In un decennio abbiamo perso circa 900 docenti curriculari, solo in parte compensati dalla creazione del c.d “organico potenziato” (circa 550 unità) e dall’aumento delle deroghe di sostegno.

Ancora peggiore è la situazione per il personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario. In dieci anni sono stati tagliati 508 posti ATA (39 DSGA, 110 Assistenti amministrativi, 32 Assistenti Tecnici e 328 collaboratori scolastici), mentre i plessi e i punti di erogazione del servizio rimangono sostanzialmente gli stessi, e sono aumentati i compiti e le incombenze di questi lavoratori, che spesso si trovano a svolgere ruoli di competenza di altri enti (si pensi alle pratiche pensionistiche).

Ad aggravare la situazione, la scuola molisana sconta, come il resto del paese, il problema del precariato che oltre a ricadere sui lavoratori, manifesta i suoi effetti su famiglie, studenti e scuole che faticano ad organizzarsi nei tempi e nei modi opportuni per un buon funzionamento.

Quest’anno in Molise avremo circa 480 supplenti annuali o fine al termine delle attività didattiche (330 docenti e 150 ATA), chiamati a coprire cattedre o posti che avrebbero dovuto essere assegnate a lavoratori assunti stabilmente. Il fenomeno, che assume una dimensione preoccupante soprattutto sul sostegno (180 docenti saranno precari) è stato accentuato da quota 100 ma è soprattutto frutto di un sistema di reclutamento che si è dimostrato inefficace.

L’emergenza era assolutamente prevedibile, tanto che come FLC CGIL avevamo sollecitato provvedimenti adeguati sin dall’autunno scorso. Il decreto salva-precari che avrebbe dovuto essere approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 8 agosto è purtroppo fermo e questo ha messo in gravissime difficoltà le scuole e i docenti da stabilizzare.

La scuola italiana, le famiglie, gli studenti, meritano risposte adeguate che oggi chiediamo con urgenza al nuovo Governo, così come è necessario che i nostri rappresentati in Parlamento si facciano portavoce delle esigenze della scuola molisana.

Occorre rivedere i criteri decisi a livello nazionale con cui si determinano le dotazioni organiche, sostanzialmente fermi al parametro numerico degli alunni. Si tratta di criteri che penalizzano i nostri Istituti scolastici che in molti casi sono composti da più plessi disseminati in aree interne, determinando una complessità sconosciuta alle scuole delle aree metropolitane o comunque ad alta densità demografica.

In occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico, pertanto, chiediamo che i nostri politici, nazionali e regionali, al di là dei vuoti proclami e degli auguri istituzionali di rito si impegnino con azione concrete, per porre fine al declino a cui altrimenti è destinato il nostro sistema d’Istruzione regionale.

Agli studenti, alle loro famiglie, ai lavoratori della scuola e a tutti quelli che nonostante tutte le difficoltà si adoperano per garantire un'offerta formativa di qualità formuliamo invece i nostri più sinceri auguri, chiedendo loro di continuare ad essere con noi parte attiva, per migliorare quell’insieme di studio, esperienze, lavoro e sentimenti collettivi rappresentato dalla scuola molisana.