L'ASSEMBLEA GENERALE DELLA FLC CGIL MOLISE PER IL NO ALLE MODIFICHE COSTITUZIONALI

Data pubblicazione: Oct 26, 2016 7:4:57 AM

Come lavoratori della conoscenza ogni giorno proviamo a garantire una formazione pubblica, laica, pluralista e democratica. I tagli di risorse economiche e professionali, hanno portano l’Italia ad essere fanalino di coda negli investimenti in ricerca, innovazione ed istruzione, pur essendo questi parametri ritenuti essenziali per la fuoriuscita strutturale dalla crisi e per far ripartire il sistema economico e produttivo. Con le nuove generazioni siamo impegnati ogni giorno a lavorare per far maturare le competenze necessarie per affrontare le sfide in una società sempre più complessa.

Operiamo sui contenuti ma anche sul metodo: quello della condivisione e della partecipazione consapevole ai processi. Metodo che manca alla proposta di riforma voluta da una sola parte dell’attuale schieramento parlamentare nazionale. Rileviamo, infatti, che lo spirito della Costituzione venga tradito proprio dalla scelta unilaterale di cambiarla, senza seri tentativi di interlocuzioni più ampie.

Nel merito, le modifiche costituzionali proposte dal Governo hanno molti punti non condivisibili. Eccone alcuni. Si riducono i margini di partecipazione democratica e si producono ingorghi istituzionali che non risolveranno i problemi del nostro sistema istituzionale, ma ne determineranno altri ancora.

Il nuovo Senato, per composizione e funzioni, avrà difficoltà a svolgere l'auspicato e necessario ruolo di luogo istituzionale di coordinamento fra Regioni e Stato, essenziale a conciliare le esigenze di decentramento con quelle unitarie. Al Senato, infatti, non è attribuita congrua facoltà legislativa in tutte le materie che hanno ricadute sulle istituzioni territoriali e la sua stessa composizione non garantisce l'adeguata rappresentanza e rappresentatività di Regioni e autonomie.

Sulla riforma del Titolo V si passa da un eccesso di materie concorrenti ad una riduzione drastica della facoltà legislativa autonoma delle Regioni, che non lascia spazio a processi di innovazione e sperimentazione che meglio potrebbero rispondere alle esigenze del singolo territorio. In tal modo, nei settori della conoscenza, la legislazione statale si riappropria delle prerogative regionali, con una centralizzazione che riduce la possibilità, per regioni come la nostra, di avere funzioni e risorse necessarie per superare le tante criticità esistenti.

La possibilità, poi, per il Governo di attivare una corsia preferenziale, per i provvedimenti ritenuti essenziali per l'attuazione del programma, attribuisce all’Esecutivo un eccesso di potere in materia legislativa. La semplificazione del procedimento legislativo, che si voleva ottenere con il superamento del bicameralismo perfetto, è vanificata dalla moltiplicazione dei procedimenti previsti a seconda della natura del provvedimento in esame. Una moltiplicazione che rischia di rendere lo stesso iter delle leggi oggetto di contenzioso davanti la Corte costituzionale.

I nuovi criteri per l’elezione degli organi di garanzia – Presidente della Repubblica, Giudici della Corte costituzionale di nomina parlamentare, componenti laici del CSM –sono subordinati al Governo, per effetto della legge elettorale, facendo, in tal modo, venir meno la certezza del bilanciamento dei poteri di cui la Costituzione deve essere garante, con un restringimento del pluralismo e della rappresentanza delle minoranze.

Per tali ragioni, ferma restando la libertà di posizioni individuali diverse di iscritti, trattandosi di questioni costituzionali, l’Assemblea generale della FLC CGIL Molise invita a votare NO in occasione del prossimo Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.

La FLC del Molise, inoltre, impegna la Segreteria a sviluppare il massimo dell’informazione sui rischi insiti nel nuovo testo di modifica della Costituzione, attraverso la promozione e la partecipazione ad iniziative, incontri e dibattiti per far emergere le ragioni del No al Referendum, a partire da quelle che riguardano i settori che rappresenta.