Il sottosegretario Faraone a Campobasso. La FLC chiede ascolto e dialogo sociale

Data pubblicazione: Apr 01, 2015 8:24:21 AM

L’iniziativa del PD sul DDL la Buona scuola con il sottosegretario Davide Faraone, tenutasi a Campobasso il 31 marzo presso la biblioteca provinciale “Albino”, è stata l’occasione per sentire in che modo il governo vuole affrontare il complesso problema della riorganizzazione della scuola. All’incontro il mondo della scuola regionale ha partecipato con attenzione e ha portato il proprio contributo di proposte e di idee criticando l’impostazione falsamente democratica e solo decisionista, proposta da Faraone.

Particolarmente seguito è stato l’intervento del segretario regionale della FLC CGIL Molise, Pino La Fratta, il quale ha ricordato che alla consultazione virtuale poco partecipata, la FLC ha contrapposto migliaia di assemblee, (un centinaio solo nel Molise), nelle quali si è discusso con i lavoratori dei contenuti di quel disegno. Sono venute fuori le forti critiche espresse dai lavoratori, perché era un testo privo di un “cuore pedagogico”, incentrato tutto sul meccanismo molto fumoso del merito, senza chiarire chi valutava cosa, volto tutto a strizzare l’occhio mediaticamente alla pancia del paese.

A distanza di 6 mesi da quella consultazione, il DDL in discussione in Parlamento, risulta essere completamente un’altra cosa rispetto al testo che è stato posto al centro del dibattito:

- le stabilizzazioni dei precari passano da 148 mila a 100 mila, mentre si addensano nubi scurissime sui tempi e sull’espulsione dal mondo del lavoro di decine di migliaia di precari di seconda e terza fascia che rischiano di non lavorare più;

- si rafforzano i poteri del D.S. (predispone l’offerta formativa; si sceglie i docenti considerati consoni alla sua scuola; si sceglie quelli ritenuti “meritevoli”) che diventa “super dirigente” o addirittura Sindaco, come lo vuole il sottosegretario Faraone;

- si finanziano le scuole paritarie, tramite un meccanismo che consente detrazioni fiscali del 19% fino a 400 euro, in palese violazione del dettato costituzionale, che all’art. 33 postula che l’istruzione privata deve avvenire senza oneri per lo stato;

- si alimenta un meccanismo di eccesso di deleghe al governo, ben 13, sulle materie più disparate, dal riordino del sostegno a quello degli organi collegiali, da effettuare entro 18 mesi ovviamente senza oneri per lo stato.

Ma soprattutto ci si dimentica che la progettazione dell’attività educativa delle scuole autonome è di competenza del Collegio dei docenti: non c’è bisogno dell’uomo solo al comando,la scuola è una comunità educante che esplica meglio i suoi compiti attraverso la collegialità. L’autonomia è riconosciuta dalla Costituzione. Nel DDL manca un’idea di scuola, una visione sulle competenze che gli studenti devono avere e sull’organizzazione capace di offrire di più e meglio ai ragazzi. Qui il rischio grande è quello di rottamare tutto il pensiero pedagogico del dopoguerra, inaugurando una nuova forma di pensiero di matrice economico – aziendale che diventa “la pedagogia del capo”!

Una vera riforma della scuola – ha proseguito La Fratta- ha bisogno di tempi di discussione distesi, che sono quelli di un comune DDL. Al tempo stesso, è necessario dare una risposta immediata ai precari, ai quali è stata promessa la stabilizzazione. Per tale motivo, la richiesta è quella di scindere gli ambiti: si faccia subito un decreto con cui si proceda alle stabilizzazioni dei precari, si diano risposte immediate ai precari fuori dalle GAE, e si vada invece avanti sul DDL con una vera discussione parlamentare, che tenga conto dei rilievi che verranno portati dalle OO.SS, dagli studenti per mutare radicalmente l’approccio a questa riforma. Se si vorrà procedere svilendo la discussione con la scusa dell’urgenza, magari utilizzando alla fine il meccanismo della fiducia, il mondo della scuola saprà rispondere in modo unitario con una grande mobilitazione, le cui prime tappe sono state già stabilite, ma altre si aggiungeranno. “Perché la nostra – ha concluso il segretario della FLC CGIL Molise La Fratta- non è una battaglia per il sindacato, ma per il futuro del paese”.