CONFERENZA NAZIONALE DI PROTEO FARE SAPERE: LE DIRETTRICI D’INTERVENTO PER LO SVILUPPO PROFESSIONALE

Data pubblicazione: Dec 14, 2017 8:2:9 AM

Si è tenuta a Bologna il 12 e 13 dicembre la conferenza programmatica dell’Associazione Proteo Fare Sapere, soggetto qualificato dal MIUR per la formazione del personale della scuola. L’occasione è stata data dalla ricorrenza dei 30 anni di vita dell’Associazione. Si sono affrontati i temi di com’è cambiata la scuola e di come bisogna declinare la professionalità dei docenti, dei dirigenti scolastici e degli ATA in questo nuovo contesto.

Sono state due intense giornate nelle quali, in un momento di crisi della democrazia partecipata, si è insistito sull’importanza di studiare il lavoro e le professioni, per far nascere una cultura professionale e per innovare la formazione dei quadri dirigenti in un contesto in cui gli insegnanti non hanno più l’esclusiva della conoscenza, in cui ci sono linguaggi nuovi che hanno messo in crisi la didattica tradizionale, in cui urge una riflessione su com’è attuata l’autonomia scolastica.

Si è messo in rilievo come in questi 30 anni sia trascorsa un’intera epoca. Non a caso si parla di fine della storia, delle ideologie, di grandi trasformazioni tecnologiche e di crisi economica. In quest’ambito l’azione di Proteo Fare Sapere si è caratterizzata, in un periodo di neo liberismo imperante e di crisi del pensiero pedagogico, sulla necessità di recuperare gli insegnamenti dei classici della pedagogia, insistendo su un profilo culturale dell’associazione basato: sull’apprendimento per tutto l’arco della vita, sulle didattiche innovative, sulla cultura della memoria, sul ritorno ad un nuovo umanesimo. Tutto ciò per avere un pensiero lungo che superi la burocratizzazione attuale del sistema scolastico ed universitario, con un’idea alternativa che metta l’apprendimento non funzionale al mercato, ma alla vita.

Il presidente nazionale Sergio Sorella ha delineato gli ambiti di intervento entro i quali si è mossa l’azione formativa di Proteo ed ha tracciato le linee programmatiche future. Negli ultimi due anni c’è stato un confronto di grande interesse con il mondo accademico su delle figure importanti per il pensiero pedagogico: Dewey, Fortini, Levi, Gramsci, don Milani, e per ultimo in ordine di tempo e non d’importanza, a Padova, sulla Pedagogia degli esclusi, (con riflessioni su Freire, e don Milani) ma anche la recente iniziativa all’Accademia della Crusca a Firenze, per il rilancio dell’educazione linguistica democratica. Sono stati convegni nazionali di grande importanza per ridefinire l’ambito valoriale entro il quale organizzare l’azione formativa. Iniziative che richiamano non solo ai valori che rappresentano l’elemento di riferimento per i comportamenti, ma anche agli strumenti per interpretare la complessità attuale.

Sergio Sorella ha messo inoltre in evidenza il fatto che siamo di fronte ad un’egemonia del neoliberismo e la legge 107/15 ne fortemente intrisa dei valori di riferimento, ne è l’espressione compiuta, con bonus, merito, chiamata diretta ed autoritarismo dirigenziale. In una società nella quale si assiste ad una liquefazione delle strutture sociali, il neo liberismo ha conquistato una supremazia politica e culturale. Esso parte dall’assunto che le grandi narrazioni ideologiche hanno fallito, dunque bisogna diventare pragmatici. Ma è il pragmatismo del produttore. Il neo liberismo si basa su impresa e competizione. Le realtà sociali sono ricondotte ad aziende, gli individui sono imprenditori di se stessi. Le relazioni sociali sono incentrate sulla competizione, non a caso si parla di capitale umano. Anche la scuola deve formare solo produttori: essa, essendo un’azienda, deve competere sul mercato con le altre scuole. In questo progetto di competenze e competitività la scuola deve formare in ragione delle esigenze produttive. Diventa una fabbrica di capitale umano per il funzionamento di un’economia avanzata ed agenzia di socializzazione dello spirito competitivo. Piegare la formazione alle esigenze dell’impresa significa far abbandonare alla scuola il suo ruolo primario: quello dell’esercizio dell’eguaglianza.

Invece la scuola è rimasto il luogo dove esercitare l’uguaglianza, baluardo per resistere all’elogio della competizione ed alle ideologie individualiste neoliberiste. Per questo l ‘Associazione Proteo Fare Sapere ha delineato un programma di lavoro che rimetta al centro l’educazione permanente in tutto l’arco della vita, le scelte pedagogiche inclusive ed una didattica basata sulla ricerca/azione.